giovedì 29 dicembre 2011

Devil's Chair


Via Tripolitania 190 - Roma
www.devilschairpubroma.it


Ci piace: l' atmosfera
Non ci piace: il parcheggio 
Da provare: Birra del mese

Il Devil's Chair è un tranquillo pub in Zona Quartiere Africano, a due passi da Viale Libia e dalla "Sedia del Diavolo", un antico rudere di epoca romana da cui prende il nome.
Automobilisticamente parlando, la zona è un po' disagiata a causa della cronica carenza di parcheggi. Infilate la macchina nel primo buco disponibile o in uno dei parcheggi a pagamento lì attorno.

Il locale è ampio e accogliente, arredato con tavoli e panche in legno. L'atmosfera è da pub di periferia, calma e tranquilla, ma tutto sommato gradevole e curata. Ampia presenza di coppiette e giovincelli (pischelletti imberbi). 

Ci accomodiamo e siamo subito serviti da una simpatica e graziosa cameriera che potrebbe tranquillamente essere inserita fra gli elementi di nostro gradimento del Devil's. La sua collega ci guarda invece un po' schifata (vai a capire perchè) quando ordiniamo tre Eggenberg Samichlaus, una birra austriaca da 14°, prodotta soltanto a Dicembre e maturata 10 mesi. Mai sentita, insolita, eppure gradevole. Dolce, liquorosa, forse un po' stucchevole, ma ideale, come consigliato dalla ditta, come dopocena o accompagnamento per dessert.

Il Devil's tiene molto alla qualità artigianale delle proprie birre ma, eccezion fatta per le linee a rotazione, l'offerta delle spine fisse non è probabilmente la migliore in circolazione. Vi troviamo: Warsteiner, Jacob Weiss e HB Strong Bock. Fermo restando il nostro consiglio di scegliere sempre la spina rispetto alla bottiglia, segnaliamo la presenza di birre artigianali bretoni in bottiglia come Sainte Colombe, Mor Braz e Tri Martolod.

Classica cucina da pub, panini, patatine fritte e snack. Sinceramente, provati dalle luculliane cene natalizie, non ci prestiamo neanche troppa attenzione. Disobbediamo alla casa madre e accompagnamo le nostra Samichlaus con una porzione, un po' misera, di patatine fritte. Prezzi nella media, totale 18 euro. Scambiamo quattro chiacchere nell'atmosfera rilassante del Devil's e ce ne.. andiamo al diavolo!

Pagella
Birra: 2,5/3,5
Servizio: 2,5/3
Cucina: 0,5/1,5
Ambiente 1/2
Totale: 6,5

domenica 25 dicembre 2011

Birra Natalizia

Assieme ai regali (pochi a dire il vero in questo periodo di crisi), anche quest'anno Babbo Natale ha depositato sotto l'albero un mare di birre. Sono le birre natalizie che puntualmente invadono le nostre birrerie durante il periodo di dicembre. Consoliamoci allora in questo fosco momento con una buona birra. Ma a cosa andiamo incontro ordinando una birra natalizia? Che cosa sono esattamente?

Innanzitutto, non esiste uno specifico e definito "stile natalizio". Con questo termine s'intende, solitamente, una birra tosta, corposa e speziata. Una definizione abbastanza esauriente la ritroviamo all'interno della guida del Beer Judge Certification Program. La birra in stile natalizio si caratterizza per uno spiccato accento speziato. Pepe, noce moscata, cannella, chiodi di garofano, zenzero, ogni spezia è ben accetta! Proprio per questa ragione, la birra natalizia solitamente induce i birrari a scatenare la propria fantasia. 

Il sapore del malto è decisamente predominante, a scapito degli aromi da luppolo. Al gusto possono essere presenti anche sentori di frutta come scorza d'agrumi, uva passa, prugne oppure di miele e caramello. Il colore varia dall'ambrato fino allo scuro intenso, mentre la schiuma è densa e persistente. Il grado alcoolico può infine variare dai 5° fino ai 13° di esemplari estremi.

Ecco alcune delle più celebri birre natalizie:
  • Bush de Noël - 12°, Brasserie Dubuisson
  • N'ice Chouffe - 10°, Brasserie d'Achouffe
  • Père Noël - 7°, Birrificio De Ranke
  • Very Bad Elf - 7,5°, Birrificio Ridgeway
  • Val-Dieu Bière de Noël - 7°, Brasserie de l'Abbaye du Val Dieu

Per tutti gli homebrewers che volessero cimentarsi nella produzione di una birra natalizia, la base di malto da cui partire è quella di un Pils o di un Pale, con l'aggiunta di malti Caramel e/o torrefatti. Sbizzarritevi con le spezie e gli aromi. Per ricercare ricette o idee consultate la sezione Link Birrai.

A questo punto non ci resta che salutarvi e augurare a tutti un..."Buon Natale allo Zenzero"!


sabato 17 dicembre 2011

Gli Amici si presentano: Alessietto

Dunque. Se ho capito bene, mi si accusa di iniziare in continuazione nuove rubriche che non proseguo poi con la dovuta cura. Orbene, cerchiamo subito di rimediare riprendendo la presentazione dei componenti il gruppo degli Amici, questi fantastici, simpatici, sclerotici, altamente erotici Mastri Birrai!
Oggi vi parliamo di Alessietto detto "Ciondolo".
Perchè mai Ciondolo, potrebbe chiedersi qualcuno? Le versioni sono discordanti, lasciamo quindi a voi il gusto dell'immaginazione. D'altra parte, potreste chiamarlo anche Lessietto, Alesie, Ciondolino o, semplicemente, Maiale.
Naso di legno cuore di stagno, Alessietto è il tutto fare del gruppo: possiede una tasca magica da cui estrae pentole, bombole e fornelloni (dove li prenderà chissà!), intrattiente relazioni con fornitori e compratori, dirige il lavoro, svolge i lavori di fatica ("voi siete la mente ed io lo schiavo" usa dire) ed ultimamente effettua anche le consegne. E' infatti appena entrato nella grande famiglia di Poste Italiane! Se abitate in zona potrebbe comparire sulla vostra porta da un momento all'altro. Donne, se sentite suonare due volte... attenzione a voi!

martedì 13 dicembre 2011

La vera storia del Magico Frigo degli Amici (parte 1)

Disporre di un frigorifero o di un pozzetto in cui far maturare la birra e conservarla per i periodi futuri è una fra le più grandi aspirazioni di un mastro birraio. Anche gli Amici, dopo aver capito che i 40° del garage del Dildo non erano propriamente adatti alla conservazione della bevanda, decisero che era giunto il loro momento.
Si informarono su Portaportese, il giornale, per chi non fosse di Roma, degli annunci da mercatino. In effetti, le offerte non mancavano. Chi voleva liberarsi di un vecchio frigorifero era disposto a farlo anche per cifre modeste, attorno ai 30-40 euro.
Qualcuno però sembrava essere più lesto di tutti e quattro gli Amici messi insieme, cosicchè i pezzi risultavano sempre già venduti. 

mercoledì 7 dicembre 2011

Lapsutinna

Il bancone con le spine ed un bruttazzo
E' sufficiente della buona birra a fare un buon locale? C'è chi dice no e noi, caro Blasco, concordiamo.
Dispiace dover malignare su un locale che ha allietato molte delle nostre serate e di cui per tanto tempo siamo stati affezionati clienti, ma... "quando ce vuo', ce vuo'!"
Parliamo del Lapsutinna, un vero e proprio TEMPIO per gli amanti della birra artigianale a Roma. Uno dei pochi locali in cui è possibile gustare la Val Dieu Gran Cru, spillata secondo il volere dell'Altissimo e conservata come fosse il Santo Graal. Un locale dove si possono gustare delle ottime patatine fritte artigianali, dove le birre ruotano con regolarità senza penalizzare mai la qualità. Perchè, direte voi, ce l'abbiamo tanto con questo locale allora?? Perchè al Lapsutinna vi sentirete un numero, una macchina da consumo. Siedi, bevi, paga e...fuor de ball! 
Niente di strano, potrebbe pensare qualcheduno, un pub non è un ristorante. Siamo d'accordo. Prima di giudicare, però, leggete quanto ci è capitato.

sabato 3 dicembre 2011

La maturazione: te la devi proprio scorda'

Birra degli Amici Dubbel
Quanti birrai sulla nostra strada ci hanno guidato, consigliato, aiutato, facendoci diventare quello che siamo! Uno, in particolare, ha segnato la nostra storia. 
Non ricordiamo il suo nome. Così come era arrivato, scomparve, d'un tratto, in un alone di mistero. Ci lasciò in dono il ricordo dei suoi lunghi capelli di cartapesta, il sapore delle sue birre specialissime e, soprattutto, la sua saggezza.
"Te la devi proprio scordà", era il suo motto. "La birra, una volta che l'hai fatta, te la devi proprio scordà!" Usava scordarsela così a lungo che quando gli veniva lo sghiribizzo di assaggiarla, ci trovava i topi affogati.
Maestro, perdonaci se non siamo capaci di seguire i tuoi insegnamenti! Ancora oggi, trascorse neanche due settimane dall'imbottigliamento, non riusciamo a resistere alla tentazione di assaggiare la nostra birra. E questo non è sempre bene.

Il Secco è il sempre il primo ad assaggiarla. Non fai nemmeno in tempo a versartela nel bicchiere che lui ha già vuotato il suo e sta scuotendo la testa sconsolato. Inizia ad inveire contro la birra, contro il lievito, contro la ricetta. Poi viene fatto calmare ed anche gli altri possono assaggiare: "Secco, non è così male".
Lui la riassaggia, se ne versa un altro bicchiere e finisce col dire che è sicuramente la birra più buona che sia mai stata prodotta.
A quel punto interviene Alessietto, il quale afferma che sì, è buona, ma si può sempre migliorare, magari introducendo qualche magico ingrediente: chessò... castagne, cardamomo, liquirizia, lamponi, banane! Così, mentre Dildo, assumendo i panni della Svizzera, tenta di fare da paciere fra le parti, iniziano le interminabili ed inconcludenti discussioni degli Amici.

 
Che volete farci, siamo fatti così! E' solo allora che ci tornano in mente gli insegnamenti del nostro savio maestro e pensiamo a quanto aveva ragione... Certe volte la birra te la devi proprio scordare. Inutile azzardare giudizi a due settimane dalla fermentazione. La birra ha bisogno di essere lasciata in pace a maturare, preferibilmente in un luogo bello fresco. Ha bisogno di attenuare i suoi aromi più spigolosi, di chiarificarsi, di ripulirsi.
 
Dopo aver soddisfatto la nostra curiosità (chi l'ha detto che è femmina??), abbiamo quindi inaugurato Frighello, il nuovo frigo degli Amici, e depositato al suo interno la partita di birre. La lasceremo maturare al fresco per qualche mese, per gustarla appieno con il nuovo anno. Ora si che possiamo scordarcela!

domenica 20 novembre 2011

Novità in vista


Quante novità, quanta carne al fuoco! Non sappiamo da cosa iniziare. Andiamo con ordine.
Innanzitutto il blog: come avrete visto, si è rinnovato. Dopo giorni di schizofrenia, durante i quali impaginazione e colori cambiavano all'incirca ogni quarto d'ora, abbiamo finalmente trovato pace. Tutta colpa del caro Blogger, che ci ha scombussolato le balle...volevo dire la grafica, facendo impazzire il povero Dildo. E' dovuto pure andare dallo psicologo! Dopo un'estenuante lotta, però, ce l'abbiamo fatta! Il blog si rinnova, con nuove funzionalità e vecchio cazzeggio.  


Secondo. Dopo 14 giorni di incessante borbottamento abbiamo imbottigliato la nostra birra, la Dubbel senza nome. Bisognerà attendere altri 15 giorni per la fermentazione in bottiglia e poi potremo concederci un primo assaggio.

Terzo poi. C'è un nuovo arrivato in famiglia: "è nata 'na creatuuura"!  Diamo il benvenuto a Frighello, il frigo figo ed anche bello. Questo bambinello da un quintale e mezzo è stato immediatamente adottato dal Secco, che ha trascorso l'intera mattinata di sabato a spulciarlo e ripulirlo. Che dolore dover scaricare alla discarica il nostro vecchio frigo! Quante avventure, quanti bei ricordi. Forse un giorno vi racconteremo la sua storia.

Quarto poi, le casse degli Amici si rimpinguano. Alessietto va a fare colazione al bar, compra un gratta e vinci, gratta e..vince! 20 euro, dritti dritti nel Fondo Birraio degli Amici! Questa sì che è finanza creativa!


Zia Pinuccia poi, direttamente dalla Sardegna, si propone come responsabile vendite per le isole, acquistando una quota di partecipazione in Birra degli Amici per 20 euro. QUARANTA EURO! Wow! Che dici Secco, sarà mica arrivato il momento di spenderli in qualche cacata birraia?? Dall'espressione, direi proprio di si.






martedì 15 novembre 2011

Le Bon Bock Cafè


Eccoci di nuovo qui! I soliti amici alle prese con i loro progetti per il futuro e le loro chiacchere da bar. C’è chi vuole costruire un impianto da 200 litri, chi ha in mente di organizzare un maxi evento birraio, chi propone di avviare un’attività di import-export per reperire il miglior malto in circolazione...
Non fateci caso, è assolutamente normale. Metteteci una birra davanti e potremmo fantasticarci attorno per ore. Ogni tanto ci capita anche di tirar fuori qualche buona idea.
In fin dei conti, però, non potremmo combinare nulla senza l’adeguata ispirazione. Come ogni venerdì, scivoliamo nella notte mannara di Roma come faine assetate, dirigendoci verso il ritrovo preferito dagli amanti della Real Ale britannica, la tradizionale birra anglosassone: Le Bon Bock Café.
 
Le Bon Bock è un locale molto frequentato dove dovrete prepararvi, come nel nostro caso, ad un po’ d’attesa. Fidatevi, ne varrà la pena!
A disposizione ci sono due sale interne più i tavoli all’esterno. Non proprio il massimo vista la stagione, ma il fatto di trovarli comunque pieni vi dice qualcosa sul gradimento della clientela. Il locale è caldo e accogliente, con un piccolo bancone in fondo, un divanetto alla sinistra dell'ingresso e televisori per la visione delle partite. Per gli appassionati, non è il nostro caso, buona disponibilità di whiskey.
Come vi dicevamo, la specialità qui è la Real Ale. Potrete sempre trovarveq ualche raro esemplare di birra di Sua Maestà, spillata soprattutto secondo la volontà divina con la tradizionale pompa inglese.
Qualche lacrimuccia…sob-sob…quando scopriamo che la Abbot Ale non è nel menu: a Le Bon Bock le birre ruotano spesso! In compenso, abbiamo l’onore di assaggiare la Crop Circle. Ci colpisce subito per la sua schiuma. Compatta, persistente, al palato densa e cremosa. Color giallo paglierino, al gusto speziata e dissatante con un finale amaro.
Non possiamo onestamente pronunciarci sulla cucina, dal momento che non abbiamo accompagnato cibo alla nostra sbevazzata. Attribuiamo quindi un voto politico di media, con l’augurio di tornare presto a gustare qualche…chicca!
Prezzo per un bicchiere da 0,4l 5 euro. Direi che ci può stare. Non dispiace neppure la frequentazione femminile, adeguata.

Ringraziamo e usciamo. Il solito pickup carico di fusti è parcheggiato di fronte il locale.
Lasciatemi, lasciatemi!”, grida il Secco mentre gli blocchiamo gambe e braccia.
Se non lo conoscessimo bene, penseremmo veramente che possa saltare a bordo per scolarsi qualche fustarello da 23 litri. Ma sappiamo quanto possa essere ferma la sua volontà, soprattutto se sorretta da un’adeguata camicia di forza.
 
Pagella
Birra: 2/3,5
Servizio: 3/3
Cucina: 1/1,5
Ambiente: 1,5/2
VOTO FINALE:  7,5
Le Bon Bock Cafè
C.ne Gianicolense, 249 Roma
 

mercoledì 9 novembre 2011

The Blacksmith

Visto che si parla tanto in questi giorni di ricambio generazionale e di gioventù che fatica a trovare spazio, è per noi un vero piacere poter parlare oggi di una piccola realtà birraia di successo, sicuramente fuori dalla regola: il The Blacksmith.
La giovane birreria, partorita e gestita dal nostro altrettanto giovane amico Gabriele, nasce nel quartiere Casal de' Pazzi, alla periferia nord-est della Capitale. Nonostante la posizione defilata ed un po' nascosta del locale, ha saputo in breve tempo ritagliarsi uno spazio importante nel panorama delle birrerie romane.

Il Blacksmith unisce la qualità della birra artigianale ad un ambiente piacevole e accogliente e ad una cucina adatta anche per una cena.
Come dicevamo, la posizione nascosta crea qualche difficoltà nell'individuare il locale a chi non conosca bene la zona, ma, non appena attraversati i portici dei palazzi, si nota subito un certo movimento.
Il Blacksmith si presenta immediatamente bene, con l'orginale trovata di lasciare a vista la camera refrigerata con i fusti delle birre. L'interno si compone poi di due spazi, un'ampia sala adatta a chi vuole mangiare e quella d'ingresso con tavoli alti e più piccoli per chi preferisca dedicarsi prevalentemente allla birra.
Il bancone è dotato di ben otto spine periodicamente ruotate per offire un panorama brassicolo il più possibile vario ed articolato. Ampio spazio alla Birra del Borgo e ad altre birre artigianali italiane come quelle del Birrificio Turan.
L'arredamento è caldo e gradevole, in stile country western, ampio uso di legno. Per gli sportivi ed i tifosi sono predisposti alcuni schermi per la visione delle partite.
Ci sediamo nella sala grande ed ordiniamo la Sfumatura, Imperial Stout del Birrificio Turan, la celeberrima e sempre apprezzata Triplel Karmeliet ed una Karfax, IPA inglese da 7° alc.
Per chi volesse mangiarci qualcosa sopra, non possiamo che consigliare gli arrosticini, la specialità del locale. I prezzi birrai sono nella norma, 5 euro a bicchiere.
Cucina curata, ambiente caldo e accogliente e buona birra. Sono questi semplici elementi che fanno del Blacksmith un locale di successo.

Pagella
Birra: 3,5/3,5
Servizio: 2/3
Cucina: 1/1,5
Ambiente: 1,5/2
VOTO FINALE:  8
The Blacksmith
Via Michelangelo Tilli, 53/A8
Pagina Facebook

domenica 6 novembre 2011

Cotta degli Amici: ultime novità e vecchie grane

Appesa al chiodo
"E il settimo giorno si riposarono"...
"Che ce n'era bisogno!", aggiungiamo noi. Dopo la cotta di ieri siamo tutti un po' distrutti, ma anche più soddisfatti del solito. Abbiamo introdotto delle novità ed alcune si sono rivelate efficaci. Altre un po' meno. Alcuni problemi già noti si sono ripresentati nella solita forma, ma nel complesso il lavoro è stato più veloce, organizzato ed efficace.

Tranquilli, non saremo qui ad ammorbarvi nuovamente con l'elenco per filo e per segno di tutto quello che abbiamo combinato ieri! Anche perchè, se proprio vi interessa, potete ammirare il fotoracconto completo della giornata sulla nostra pagina Facebook.
Molto più semplicemente stileremo una mini-pagella in cui daremo i voti ai protagonisti della nuova cotta di Birra degli Amici!


Macinazione dei grani: VOTO 9
L'idea di inumidire i grani prima della macinazione si è rivelata una vera drittata. Non solo abbiamo dimezzato i tempi (non chiedeteci perchè, forse perchè i chicchi erano più molli o perchè i rulli del mulino riuscivano a fare migliore presa), ma abbiamo ridotto la farina in sospensione nel mosto con ottimi vantaggi in termini di limpidezza.

Elettropompa e scambiatore a piastre: VOTO 8
Ormai una sicurezza. Preziosissimi durante il travaso e raffreddamento del mosto. Da 100° a 23° in 15 minuti. Ottimo anche il forte getto della pompa come meccanismo per ossigenare il mosto. 170 euro in due, ben spesi.

Lavoro di squadra: VOTO 7
Finalmente dei meccanismi rodati. Ognuno sa quando e cosa fare. Meno tempo sprecato, più spazio per il cazzeggio infruttuoso e perfino qualche momento di inattività.

Copertina termica: VOTO 6
Sicuramente di grande aiuto nel dimunire la dispersione di calore, ma continua a prendere fuoco. Chi ormai può confondere l'indimenticabile odore di una cotta degli Amici? Plastica bruciata: da dipendenza!

Acqua di Roma:  VOTO 5
Utilizzare l'acqua del rubinetto ci ha portato indubbi vantaggi economici. Su un totale di 76 litri d'acqua, significa un risparmio di circa 15 euro, ma il processo per diminuirne la durezza è ancora troppo lungo e scomodo. Necessario, per ora, un mix di acqua in bottiglia per il mash e "acqua del Sindaco" per lo sparge.

Termometri: VOTO 4,5 
"Pazzi termometri, amali!", d'accordo, ma trattenere la voglia di dargli una martellata è sempre più difficile. Funzionamento ad intermittenza: tutto ok fino al momento in cui decidono che la temperatura debba schizzare verso il punto di fusione dell'acciaio. Grande paura, ma per un attimo. Fortuna che ne abbiamo tre. Fortuna che, in casi estremi, conserviamo sempre il termometro più affidabile di tutti, quello al mercurio.

Pasta del Secco: VOTO 3
Secco, scherzo, era buona!! :P


Vi lasciamo su queste soavi note. Immaginate che accompagnino il vostro sonno per le prossime 15 notti. Si, avete, ragione: forse è meglio chiudere la porta del bagno! 

Alla prossima, beeeeella!


giovedì 3 novembre 2011

Lo Starter


Lo starter è un procedimento che ci consente di inoculare nel mosto un lievito attivo e sufficientemente numeroso per portare a termine la fermentazione in modo ottimale. Si tratta di “nutrire” il lievito con un mosto molto blando permettendogli di riacquistare vitalità e moltiplicarsi.

Quando e perché abbiamo bisogno di effettuare lo starter? Lo starter si effettua soprattutto quando utilizziamo del lievito liquido. Il quantitativo di cellule presenti all’interno della confezione non è, infatti, quasi mai sufficiente a fermentare efficacemente una cotta. Si effettua un piccolo starter anche in seguito ad un periodo di quiescenza del lievito, come ad esempio la conservazione in frigorifero per qualche settimana di un lievito di riciclo, per fare in modo che il lievito inoculato sia nel pieno delle sue energie.

Come si prepara uno starter? Innanzitutto attivate la bustina di lievito rompendo con le mani la sacca di nutrienti contenuta al suo interno. Basterà tenere la busta nel palmo di una mano e batterla con l’altra come a schiaffeggiarla. Dopo circa 12 ore a temperatura ambiente la busta inizierà a gonfiarsi. Sarà allora che potremo procedere alla fase successiva.

Busta di lievito della Wyeast dopo l'attivazione

Si prepara un mosto approssimativo della densità di 1040 di OG, per esempio con 1 litro di acqua e 100 g di estratto secco di malto. Si fa bollire il tutto per 10 minuti, quindi si fa raffreddare fino a 21° circa. Sanitizziamo ogni strumento che entrerà in contatto con il lievito, a partire dalla bottiglia fino alle forbici che taglieranno la busta del lievito. Inoculiamo quindi il lievito attivato nella bottiglia con il mosto e shekeriamo per 40 secondi/un minuto per ossigenarlo ben. Aggiungiamo tappo e gorgogliatore.

Lasciamo riposare lo starter in un luogo riparato dal sole ad una temperatura costante attorno ai 21-22° e attendiamo che la fermentazione abbia inizio. Nel giro di 24 - 36 ore, se tutto è andato per il verso giusto, lo starter dovrebbe essere pronto per l’inoculazione. Dovrebbe essersi formata della schiuma e un buon deposito sul fondo. Per essere sicuri, controlliamo che la densità del mosto sia calata. Una volta pronto, inoculate immediatamente o conservate in frigo per al massimo una settimana.

Per cotte molto grandi potrebbe essere necessario concatenare più starter (per conoscere il giusto quantitativo di lievito vedi il post sul pitching rate). In questo caso basterà aggiungere dopo le solite 24 ore una nuova quantità di mosto con la stessa densità ed attendere per altre 24 ore.


Lo starter è solitamente sconsigliato quando si utilizza il lievito secco. Molto più economico è comprare più di una bustina. Lo starter, non saremo gli unici a dirvelo, non va confuso con la reidratazione del lievito secco, necessaria unicamente a far riacquistare al lievito la sua forma originale.

Sulla reidratazione del lievito secco non c’è convergenza di vedute fra i birrai. Alcuni sostengono sia sufficiente reidratarlo in un bicchiere di mosto. Il birraio di BQ per esempio affermò di utilizzare questo metodo durante una discussione pubblica all’IBF. Altri, in primis Bertinotti, sostengono invece sia meglio reidratare il lievito secco in un bicchiere di acqua tiepida (28-30°) in cui aggiungere un semplice cucchiaino di zucchere per evitare ai lieviti lo stresso osmotico.

Per ulteriori approfondimenti sullo starter potete consultare il sito della Wyeast, per info sulla reidratazione del lievito secco quello della Fermentis.

domenica 30 ottobre 2011

Mi girano le pale: ovvero come motorizzare un Mash-Tun

Motorino da tergicristalli
Per chi fosse già passato alla produzione di birra con tecnica all-grain, dovrebbe essere abbastanza chiaro che mescolare l'impasto del mosto non è proprio come mescolare un minestrone. A seconda della ricetta, potreste ritrovarvi a rimestare per più di un'ora una decina di chili di grano macinato immersi in decine di litri d'acqua.

Se non possedete dei bicipiti alla Schwarzy, potreste incontrare qualche difficoltà. Senza contare che, tenere costantemente aperto il coperchio della pentola, comporta una maggiore evaporazione ed una significativa dispersione di calore, con un inevitabile rallentamento complessivo del lavoro.

Le pale

Nè si può d'altronde rinunciare a mescolare l'impasto, operazione indispensabile a garantire una temperatura omogenea ed una migliore estrazione di amidi dal malto. Gli homebrewers si sono dunque ingegnati per trovare una soluzione.

La più popolare tra i birrai casalingi è sicuramente l'uso di un motorino da tergicristalli, dotato di ottima resistenza e capace di lavorare senza problemi per prolungati periodi di tempo.

Anche noi, per il nosto sistema di mescolamento, ne abbiamo acquistato uno. Camion o auto non fa differenza. Presso un qualsiasi sfascio potrete trovarne uno ad un prezzo accessibile. Per il nostro abbiamo speso 20 euro.

Il raccordo

Il motore deve poi essere collegato con un sistema di pale, preferibilmente in acciaio inossidabile (ma anche in alluminio). Nel nostro caso, ci siamo rivolti al nostro amico fabbro, che ha saldato su di una barra filettata delle piastre in acciaio della larghezza di circa 7 cm.

L'albero che ne è derivato, è stato dunque allacciato al motore tramite un piccolo raccordo. 
Per fissare il motore alla pentola, abbiamo fatto praticare tre fori in cui inserire delle viti ed un terzo in cui far passare il raccordo. Senza bisogno di alcun fabbro, potete praticare in autonomia i fori utilizzando un trapano ed una adeguata punta per metallo.

Il coperchio forato
Una volta realizzate le pale e innestatele al motore, dovrete pensare all'alimentazione. Vi occorrerà un trasformatore con un buon amperaggio, almeno 5A, per evitare che lo stesso si fonda, come è accaduto inizialmente a noi. Se, come gli Amici, pensate che i soldi non crescano sugli alberi, recatevi presso la più vicina discarica o isola ecologica o spargete la voce fra i conoscenti: quello che vi serve è un alimentatore da Pc.

Grazie alla cortesia degli operatori dell'isola ecologica di Ponte Mammolo, siamo riusciti a raccattare un paio di vecchi alimentatori, di cui il più potente da 12 v e 10A
Costruite un ponte per permettere l'accensione dell'alimentatore (vedi qui) e operate i dovuti collegamenti con il motorino. Se tutto andrà bene dovrebbero iniziare a...girarvi le pale!

L'alimentatore
Ecco infine alcuni consigli ricavati dalla nostra personale esperienza:
- le pale devono essere inclinate, in modo che lavorino portando verso l'alto l'impasto, evitando quindi che la parte bassa della pentola registri temperature più alte della media;
- saldare le pale alla barra filettata garantisce maggiore solidità ma minore flessibilità. Questo è verissimo per chi ha intenzione di variare le quantità delle cotte; per cotte con minore quantità, le pale superiori potrebbero rimanere fuori dall'impasto e girare a vuoto.

Per ovviare a questi inconvenienti, abbiamo progettato, per ora solo sulla carta, un nuovo sistema di mescolamento: si acquistano delle comuni schiummarole da cucina, circa sei, si taglia e si fora il manico, lo si inserisce nella barra filettatta e lo si blocca con dado e controdado. In questo modo sarà possibile di volta in volta regolare l'altezza delle nostre pale. Molto più rusticamente, pieghiamo poi il braccio della schiummarola per imprimergli l'inclinazione migliore.

Anche in questo caso, non c'è una soluzione buona ed una cattiva. Tutto dipende dai mezzi a disposizione e dalle esigenze dell'homebrewer. La nostra è solo una delle tante soluzioni possibili, che vi proponiamo esclusivamente come spunto creativo. Chi volesse può, in alternativa, acquistare un mescolatore per polenta (vedi qui) riadattandolo successivamente allo scopo.

Qui di seguito, invece, riportiamo le diverse creazioni di altri homebrewer:

Esempio1        My Sobry     HBsardi    Doc beer   Simona&Roberto

Per qualisasi ulteriore informazione o per inviarci le foto dei vostri impianti scriveteci a birradegliamici@gmail.com! Buon lavoro e speriamo di avervi ispirato!

sabato 8 ottobre 2011

GREGORY'S INN


Largo Lanciani, 6 - Roma 

Ci piace: l'offerta di birre in bottiglia
Non ci piace: i prezzi
Da provare: Kwak

Da qualche giorno Roma è spazzata da un vento gelido che taglia la gola ed il Secco ne è rimasto tristemente vittima. Come in ambulanza, gemendo sul sedile posteriore dell'auto, lo trasportiamo di corsa al più vicino locale per una dose massiccia e salutare di birra. C'è un localino appena di fronte a Ponte Lanciani ed alla tangenziale est di Roma gestito da una vera autentica birrofila: il Gregory's Inn. Imbocchiamo.

L'ambiente è stretto e lo spazio scarseggia. Per fortuna rimediamo facilmente un tavolo, anche se instabile ed un po' scomodo, dato che la maggior parte dei clienti ha preferito sedersi all'esterno. Siamo freddolosi, è vero, e ci è anche passata la voglia delle grandi sbevazzate di birra ghiacciata. Via quindi weiss, lager, blanche e saison e spazio alle "birre da riflessione".

Mentre sfogliamo il menu, come vuole la tradizione del Gregory's ci viene servito un piccolo assaggio di chips. Niente di che ma pur sempre una gradevole attenzione al cliente. Per l'occasione troviamo le seguenti birre alla spina: Trappes Blonde, Trappes Double, Bush Ambré, Oyster, Kwak e Chimet. Sono, comunque, frequentemente ruotate, ragion per cui non aspettatevi di ritrovare sempre le stesse. Ampia la disponibilità di birre in bottiglia, per la quale la consulenza della titolare potrebbe risultare assai preziosa.

Pensate che una volta Alessietto fu in grado di tenerla occupata per una buona mezz'ora nella ricerca di una fantomatica "birra scura". Ogni cinque minuti circa, la vedevamo rispuntare dal bancone con una bottiglia in mano: "è questa?"  Ovviamente no.
"Ti ricordi che sapore aveva?", e lui: "mi ricordo che era Settembre..." 
Santa donna, che pazienza! Quella mitica birra, un po' dolce un po' salata, non fu mai ritrovata.
Ma torniamo alle birre realmente esistenti. Il Secco ha optato per una Trappes Blonde, Dildo per una Kwak e Alessietto, esagerando come al solito, per l'aperitivo birraio, un mix di quattro diversi assaggi di birra. Ogni birra è servita nel proprio bicchiere con un perfetto cappello di schiuma. La Kwak è ad alta gradazione, sentore caramellato con un finale amarognolo. Alessietto sorseggia il suo mix con soddisfazione, ma il Secco ha un problema. E' contrariato e storce il naso schifato: la sua birra è inacidita. Ferma il cameriere e se ne fa portare un'altra, una Trappes Double. Mea culpa dello staff, conto con lo sconto ed incidente risolto.

Può capitare che un fusto mal conservato o che una spina scarsamente pulita compromettano il gusto della birra. Il nostro consiglio è di non esitare mai, in caso di dubbio, a chiedere spiegazioni al bancone. Potrebbe evitarvi un'inutile sofferenza di fronte al vostro boccale e garantirvi... una birra aggratise!

Siamo soddisfatti della serata. Il servizio, nonostante l'incidente, è stato buono. I prezzi, invece, ci son rimasti sullo stomaco: al Gregory's si arriva ad 8 euro per una birra media.

Pagella
Birra: 2,5/3,5
Servizio: 2/3
Cucina: 1/1,5
Ambiente: 1/2
TOTALE: 6,5

domenica 25 settembre 2011

OKTOBERFEST A CIAMPINO 2011


E' arrivato l'autunno con le prime giornate di freddo. In questo periodo, oramai da qualche anno, la Capitale e i suoi dintorni si vanno animando di feste e festicciuole che scimmiottano il grande e celebre Octoberfest bavarese, probabilmente indirizzate ai poveri sciammannati come noi che non possono permettersi l'originale tedesco. Saranno pure delle scopiazzature maccheroniche e sarà anche vero che non siamo neanche arrivati ad Ottobre, ma l'avete capito o no che dove c'è birra ci sono gli Amici?! 
Ci fiondiamo nella mischia, facendoci avvolgere, almeno nell'immaginazione, dalle procaci e odorose atmosfere birraie tedesche.
Eccoci dunque all'Octoberfest di Ciampino, giunto alla sua 4° edizione. Lo spazio è situato in Viale J.F. Kennedy 66, in una grande tensostruttura capace di accogliere all'incirca 500 persone. Il parcheggio non è grandissimo. Anche per questo, vi consigliamo di arrivare per l'ora di cena. Siamo accolti da un'atmosfera euforica e confusionaria, degna delle migliori sagre di paese. Il nostro iniziale scetticismo si dilegua in un lampo. La gente affolla il tendone, i tavoli e le panche in legno, si accalca alle casse e davanti al bancone della cucina. Gran caldo. Una cover band di Vasco anima la serata, accompagnando piacevolmente il pasto dei visitatori. 
Dolce panorama di Monaco di Baviera
Un'occhiata al menu, sembra appetitoso. Salsicce, wurstel, crauti, gulash, cotolette e le immancabili patatine fritte. Siamo decisamente affamati, ma raggiungere le casse si rivela più arduo del previsto. Per via dell'enorme calca, tutti gli ordini vengono temporaneamente bloccati, costringendoci a restare per una buona mezz'ora impalati come broccoli davanti alle casse. Qualcuno rinuncia e se ne va, noi non demordiamo. La lunga attesa viene infine ripagata. Ci servono un abbondante piatto di wurstel, crauti e patatine fritte: 8,50 euro. Dal lato birraio, ci abbeveriamo alle spine delle più celebri bavaresi, HB e Paulaner. 5 euro mezzo litro, 8 euro per il boccalone da un litro. Più che onesto per un piatto che ci sazia e per una birra che scorre lungo il gargarozzo in maniera facile e veloce, fresca, spillata in maniera corretta, beverina al 100%.
Magari non saremo a Monaco di Baviera e le scollature delle cameriere risultano molto al di sotto delle nostre aspettative, ma l'atmosfera, i sapori, i suoni, gli odori e la birra ci riempiono di soddisfazione. Salutiamo l'allegra compagnia, ancora intenta a brindare e bisbocciare, e raggiungiamo la macchina. 
Guardiamo l'orologio. La serata è ancora giovane. Non ancora paghi dell'amato nettare di malto, decidiamo di dirigerci allora verso l'Oktoberfest di Capannelle, a Roma.
Quello che troviamo, purtroppo, è quanto di più profano e pacchiano potessimo immaginare. Bancarelle di braccialetti e ninnoli, giostre, smercio di prodotti siciliani, pizza, tabacchi, perfino un banchetto di Scientology! Più che un Oktoberfest, sembra la copia triste dell'estate romana, una festa parrocchiale o un luna park di quartiere. Ovunque campeggia il marchio della Spaten. Adocchiamo il menu: i prezzi sono più alti di circa il 50%. Prima di attaccarci al boccale, decidiamo di farci un giro. Tra calcinculo, balli western (in perfetto stile bavarese), biliardini e bancarelle ci passa anche la voglia di prenderci una birra. Alziamo i tacchi, riversiamo il nostro astio sul banchetto di Scientology e ce ne torniamo a casuccia.

Un voto: Oktoberfest di Ciampino 7 e mezzo; Oktoberfest di Capannelle: 4 meno.

Parola degli Amici

giovedì 22 settembre 2011

Birra vecchia in pentole da 100 litri nuove


E' arrivato, più veloce di quanto ci aspettassimo. L'ingombrante fardello è atterrato a Fiumicino nel giro di qualche giorno per piombare a casa del Secco questa mattina stessa. 
Tagliamo lo scotch con trepidazione, la mano trema leggermente. "Sarà pericoloso?" sussurra il Secco
Chi può dirlo.
Lo scatolone si apre, eccola finalmente.


La nuova pentola da 100 litri degli Amici!!
Acquistata su Ebay domenica scorsa (ecco l'inserzione), prezzo euro 52,95 più 13 di spedizione. Acciaio INOX, abbastanza capiente da poterci cucinare Alessietto, ma soprattutto indispensabile ad aumentare la produzione birraia degli Amici.
Il business si espande, nonostante la crisi economica mondiale, nonostante il rincaro dell'IVA. Aumenta la domanda di Birra degli Amici e gli Amici rispondono potenziando le loro attrezzature. Cosa ci aspetta adesso? L'America? L'Asia? I mercati emergenti? Chi può dirlo! Solo una domanda però affligge gli Amici:


DOVE DIAVOLO LA METTIAMO ADESSO?!?!?!?!?!?!?!?!?!?


sabato 17 settembre 2011

TREE FOLK'S PUB

Dietro al Colosseo, tra un groviglio di ville ottocentesche ed edifici moderni, si nasconde il Tree Folk's, un pub caldo ed accogliente meta frequente dei nostri pellegrinaggi. 
Il locale si compone di due piani, di cui il primo parecchio stretto ed affollato. Entriamo accolti da un'atmosfera euforica e baldanzosa. Tavoli pieni, bancone affollato, musica vintage ad alto volume, cameriere che ruotano su se stesse senza posa e, come direbbe il nostro presidente del consiglio, un bel giro di "patonza". Cosa chiedere di più? Che sbadati! Quasi dimenticavamo la nostra missione e, cercando ti non farci distrarre dalla mondanità imperante, ci concentriamo sulla carta delle birre.

Il primo sguardo al bancone delle spine aveva promesso bene. Promessa mantenuta. Ampia disponibilità di scelta di stili, nazionalità e gusti. Ottima offerta di birra artigianale accompagnata anche da una Guinness clandestina. Una pils special da 8° attira la nostra attenzione. Rien a fair, pare sia terminata. Scegliamo allora una Rulles Triple, una Bacherotti Chiara ed una Zwick. Niente male quest'ultima, decisa e rotonda la Rulles. Originale la Bacherotti, un'artigianale italiana di Città della Pieve: secca, decisamente luppolata, con un bouquet di odori floreali molto intensi.
Buona l'offerta della cucina, anche se i tempi, per nostra esperienza, tendono spesso a dilatarsi oltre misura. Meglio sgranocchiare qualche pistacchio piuttosto che dover centellinare la propria birra nell'attesa dell'agognato panino.
Da segnalare la tradizione british del locale. Vi si può spesso trovare infatti, oltre ad una varietà impressionante di whisky, la Real Ale britannica, la vera birra di sua maestà spillata con la tradizionale pompa. 

Prezzi nella norma (5 euro per una media), scarsa disponibilità di parcheggio (specialmente nel fine settimana) ma atmosfera allegra e spensierata. Ritorniamo a casa con la musica degli 883 nelle orecchie e le note di "Nord, sud, ovest, est" (il vintage di cui vi parlavamo) che guiderà il restante cazzeggio della serata. 
Ah, dimenticavo di dirvi una cosa! Se doveste recarvi al Tree Folk's con il Secco, tenete d'occhio il vostro bicchiere. Potrebbe sparire senza che neanche ve ne accorgiate!
...e forse quel che cerco neanche c'è...
Pagella
Birra: 2,5/3,5
Servizio: 2/3
Cucina: 1/1
Ambiente: 2/2
VOTO FINALE:  7,5

Tree Folk's Pub
Via Capo d'Africa, 29 - Roma

sabato 10 settembre 2011

Gli Amici si presentano: Massy Bimby

Il Bimby da ragazzo
Oggi vi parliamo di noi, anzi, di uno di noi. Uno che da solo ne vale tre. Ovviamente in termini di dimensioni. 
Stiamo parlando del BIMBY, detto anche Massy Bimby o Maxy Boy o Maximilian Boy o...chiamatelo come vi pare! Purtroppo, di questi tempi non se la passa molto bene, accartocciato com'è a causa di un colpo della strega fulminante... Stava spostando il cellulare sulla scrivania quando è rimasto bloccato a 90°, poverino. Cose che capitano tutti i giorni e poi si sa, la vecchiaia...!

Fisique du role
Bene, per evitare di portarcelo a spasso per locali con relativi cuscini ortopedici al seguito (pensate voi se si fosse bloccato definitivamente, avremmo dovuto veramente chiamare un carro attrezzi), ci siamo fermati a casa sua per un venerdì degli Amici casalingo e per il buon umore del Secco che, frignando ed imprecando come un Secco, ha rotto le scatole tutta la sera. Ci siamo scolati un paio di Heineken e abbiamo giocato a Risiko in compagnia dell'allegro Charly, il cane più fastidioso della terra. Si, esatto, proprio lui, quello che ha mangiucchiato i luppoli di Dildo e tentato di violentare il Provanz.

I soprusi del Bimby
Orbene, potremmo recensire la Heineken: birra color giallo paglierino, al palato sentori di mais e....ma per favore! Ho detto "potremmo"! Potremmo parlare del fatto che, per una volta in tutta la sua vita, Alessietto stava per vincere a Risiko... Invece no, vi parliamo del nostro Amico Bimby.

Classe 84, un passato da rugbista fallito, programmatore in una grande azienda di missili spaziali e altre cianfrusaglie, è l'elettricista - sistemista del gruppo. Inseparabile dal suo fido compagno Charly, assiduo frequentatore di parchi e parchetti, appassionato di fotografia e pornografia, motociclista fino al giorno che gli fregarono la Yamaha, aspetto ruvido e violento ma cuore tenero e morbidoso, consumatore di prodotti omeopatici e di carni biologiche da 20 euro l'etto. Volete un consiglio? Occhio ad invitarlo a cena: consuma molto e molto caro!

mercoledì 31 agosto 2011

Open Baladin

Via degli Specchi 6, Roma
06/6838989
www.openbaladinroma.it

Birra TOTALE
Cucina
Locale


Recensiamo oggi il locale che più di ogni altro può vantare il primato della birra artigianale a Roma. Stiamo parlando dell'Open Baladin di Via degli Specchi. Situato di fronte a Trastevere, nelle traverse di Via Arenula, l'Open è il rifugio perfetto per gli amanti della birra. Data la sua grande popolarità, dovrete essere preparati ad un minimo di attesa all'esterno del locale, specialmente nei fine settimana.

L'interno si compone di una grande sala principale dove spicca il bancone con 40, ebbene sì, 40 spine, di un piano superiore arredato a mo' di salotto, di una piccola sala intermedia e di una sorta di mini-taverna, situata su di un piano ribassato, dedicata alle birre straniere. L'arredamento è gradevole, di uno stile minimal - contemporaneo. Volendo proprio fare i pignoli, alcune decorazioni in decoupage, alcuni quadri e l'arredamento da "casa della nonna" del piano superiore lasciano un po' a desiderare.


Se la trovata delle quaranta spine può considerarsi un grande successo dal punto di vista dell'immagine, può presentare delle criticità sotto quello gestionale. Dopo qualche tempo, infatti, le birre a disposizione si sono ridotte e non tutte le linee sono continuamente attive. Niente paura: quelle a disposizione saranno comunque più che sufficienti a soddisfare le vostre esigenze.

L'Open propone i prodotti dei birrifici italiani più noti (Baladin, Birra del Borgo, Birrificio Italiano, Amiata, Toccalmatto, Opperbacco etc.) e di tanti altri birrifici minori, oltre che una piccola selezione di birre artigianali straniere. Per l'occasione abbiamo optato per una Nora (Baladin) ed una Maledetta (Birra del Borgo). Ottima la Nora, dissetante ed aromatica, tanto che il Secco ha fatto pure il bis. Profumata ed intrigante la Maledetta, una ipa molto temperata.

Il caldo si fa sentire, complice il divano in simil-velluto sul quale siamo sistemati. Dalla cucina, oltretutto, giungono, assieme ai gustosi aromi delle pietanze, correnti di aria caliente. Passiamo dunque alla cambusa e alle sue chicche. Da provare le "fatatine", chips artigianali disponibili nei gusti classico, liquirizia e cacio e pepe, accompagnate da salse rigorosamente della casa. Ottimi anche i panini, fatti con hamburger di prima scelta ed imbottiti di tutto punto. Prezzi sopra la media, ma in linea con la qualità dei prodotti offerti. Da segnalare l'offerta di bibite analcoliche prodotte dalla stessa Baladin come chinotto e spuma.

Ce ne andiamo contenti e beati. Con l'Open, d'altronde, non si sbaglia mai!

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