mercoledì 31 agosto 2011

Open Baladin

Via degli Specchi 6, Roma
06/6838989
www.openbaladinroma.it

Birra TOTALE
Cucina
Locale


Recensiamo oggi il locale che più di ogni altro può vantare il primato della birra artigianale a Roma. Stiamo parlando dell'Open Baladin di Via degli Specchi. Situato di fronte a Trastevere, nelle traverse di Via Arenula, l'Open è il rifugio perfetto per gli amanti della birra. Data la sua grande popolarità, dovrete essere preparati ad un minimo di attesa all'esterno del locale, specialmente nei fine settimana.

L'interno si compone di una grande sala principale dove spicca il bancone con 40, ebbene sì, 40 spine, di un piano superiore arredato a mo' di salotto, di una piccola sala intermedia e di una sorta di mini-taverna, situata su di un piano ribassato, dedicata alle birre straniere. L'arredamento è gradevole, di uno stile minimal - contemporaneo. Volendo proprio fare i pignoli, alcune decorazioni in decoupage, alcuni quadri e l'arredamento da "casa della nonna" del piano superiore lasciano un po' a desiderare.


Se la trovata delle quaranta spine può considerarsi un grande successo dal punto di vista dell'immagine, può presentare delle criticità sotto quello gestionale. Dopo qualche tempo, infatti, le birre a disposizione si sono ridotte e non tutte le linee sono continuamente attive. Niente paura: quelle a disposizione saranno comunque più che sufficienti a soddisfare le vostre esigenze.

L'Open propone i prodotti dei birrifici italiani più noti (Baladin, Birra del Borgo, Birrificio Italiano, Amiata, Toccalmatto, Opperbacco etc.) e di tanti altri birrifici minori, oltre che una piccola selezione di birre artigianali straniere. Per l'occasione abbiamo optato per una Nora (Baladin) ed una Maledetta (Birra del Borgo). Ottima la Nora, dissetante ed aromatica, tanto che il Secco ha fatto pure il bis. Profumata ed intrigante la Maledetta, una ipa molto temperata.

Il caldo si fa sentire, complice il divano in simil-velluto sul quale siamo sistemati. Dalla cucina, oltretutto, giungono, assieme ai gustosi aromi delle pietanze, correnti di aria caliente. Passiamo dunque alla cambusa e alle sue chicche. Da provare le "fatatine", chips artigianali disponibili nei gusti classico, liquirizia e cacio e pepe, accompagnate da salse rigorosamente della casa. Ottimi anche i panini, fatti con hamburger di prima scelta ed imbottiti di tutto punto. Prezzi sopra la media, ma in linea con la qualità dei prodotti offerti. Da segnalare l'offerta di bibite analcoliche prodotte dalla stessa Baladin come chinotto e spuma.

Ce ne andiamo contenti e beati. Con l'Open, d'altronde, non si sbaglia mai!

sabato 27 agosto 2011

Coltivazione del luppolo: la raccolta

Coni di luppolo attaccati alla pianta
Per consolarci della fine delle vacanze e della ripresa delle abituali attività, arriva una piccola, piccolissima soddisfazione: il nostro primo raccolto di luppolo! In effetti non raggiunge neanche i 100g e buona parte dei coni non sono neanche di grande qualità. Può darsi che il gioco, come si suol dire, non valesse la candela, ma volete mettere la soddisfazione di curarlo, vederlo crescere, raccoglierlo e poi utilizzarlo nella propria birra?

In realtà è stato un raccolto forzoso, dato che la mamma di Dildo, durante un’operazione straordinaria di giardinaggio, ha “accidentalemente” reciso alla base alcuni steli. Facciamo dunque finta che fosse arrivato il momento giusto per la raccolta e poniamoci la prima domanda: quando arriva questo “momento giusto”?

Coni di luppolo con ghiandole luppoline
Le ghiandole luppoline
Data la nostra ignoranza, abbiamo smanettato un po’ su internet raccogliendo alcune utili informazioni. Il raccolto si effettua in un periodo compreso fra la metà di agosto e la fine di Settembre, più precisamente nel momento in cui iniziano a vedersi le ghiandole luppoline (vedi foto a fianco), delle escrescenze gialle alla base dei coni, e gli stessi risultano al tatto leggermente resinosi.

Si procede quindi al taglio della pianta a circa dieci centimetri dal suolo e alla raccolta dei luppoli. Prima della conservazione, occorre procedere all’essiccazione che comporterà una riduzione di peso pari a circa l’80% del totale.

Sul procedimento da seguire abbiamo riscontrato scuole di pensiero contrastanti. Alcuni preferiscono un’essiccatura rapida in forno. Attenzione, però: la temperatura dev’essere compresa fra i 30 e i 60 gradi! Per chi non disponesse di forni a bassa temperatura potrebbe essere sufficiente lasciare lo sportello del forno aperto. Altri, e a nostro parere più affidabili fonti, procedono ad un’essiccazione naturale, disponendo i coni in ampi recipienti e conservandoli in un luogo caldo per qualche giorno. Evitare di sovrapporli, di esporli alla luce diretta del sole e alle correnti d’aria.

Luppoli dopo l'essiccazioneQuale luogo migliore, nel nostro caso, della camera di Dildo, dove la temperatura media giornaliera si aggira attorno ai 31° centigradi? Avere un forno come camera da letto ogni tanto può far comodo!
Nel giro di tre giorni, infatti, i luppoli erano perfettamente (speriamo) essiccati. Li abbiamo infilati in una busta cuki gelo e poi nel freezer.

Seconda domanda: come sapremo quando l’essiccatura sarà completata? Basterà piegare un cono a metà: solo nel caso in cui si spezzasse senza piegarsi significherebbe che l’acqua al suo interno è evaporata.

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