domenica 20 novembre 2011

Novità in vista


Quante novità, quanta carne al fuoco! Non sappiamo da cosa iniziare. Andiamo con ordine.
Innanzitutto il blog: come avrete visto, si è rinnovato. Dopo giorni di schizofrenia, durante i quali impaginazione e colori cambiavano all'incirca ogni quarto d'ora, abbiamo finalmente trovato pace. Tutta colpa del caro Blogger, che ci ha scombussolato le balle...volevo dire la grafica, facendo impazzire il povero Dildo. E' dovuto pure andare dallo psicologo! Dopo un'estenuante lotta, però, ce l'abbiamo fatta! Il blog si rinnova, con nuove funzionalità e vecchio cazzeggio.  


Secondo. Dopo 14 giorni di incessante borbottamento abbiamo imbottigliato la nostra birra, la Dubbel senza nome. Bisognerà attendere altri 15 giorni per la fermentazione in bottiglia e poi potremo concederci un primo assaggio.

Terzo poi. C'è un nuovo arrivato in famiglia: "è nata 'na creatuuura"!  Diamo il benvenuto a Frighello, il frigo figo ed anche bello. Questo bambinello da un quintale e mezzo è stato immediatamente adottato dal Secco, che ha trascorso l'intera mattinata di sabato a spulciarlo e ripulirlo. Che dolore dover scaricare alla discarica il nostro vecchio frigo! Quante avventure, quanti bei ricordi. Forse un giorno vi racconteremo la sua storia.

Quarto poi, le casse degli Amici si rimpinguano. Alessietto va a fare colazione al bar, compra un gratta e vinci, gratta e..vince! 20 euro, dritti dritti nel Fondo Birraio degli Amici! Questa sì che è finanza creativa!


Zia Pinuccia poi, direttamente dalla Sardegna, si propone come responsabile vendite per le isole, acquistando una quota di partecipazione in Birra degli Amici per 20 euro. QUARANTA EURO! Wow! Che dici Secco, sarà mica arrivato il momento di spenderli in qualche cacata birraia?? Dall'espressione, direi proprio di si.






martedì 15 novembre 2011

Le Bon Bock Cafè


Eccoci di nuovo qui! I soliti amici alle prese con i loro progetti per il futuro e le loro chiacchere da bar. C’è chi vuole costruire un impianto da 200 litri, chi ha in mente di organizzare un maxi evento birraio, chi propone di avviare un’attività di import-export per reperire il miglior malto in circolazione...
Non fateci caso, è assolutamente normale. Metteteci una birra davanti e potremmo fantasticarci attorno per ore. Ogni tanto ci capita anche di tirar fuori qualche buona idea.
In fin dei conti, però, non potremmo combinare nulla senza l’adeguata ispirazione. Come ogni venerdì, scivoliamo nella notte mannara di Roma come faine assetate, dirigendoci verso il ritrovo preferito dagli amanti della Real Ale britannica, la tradizionale birra anglosassone: Le Bon Bock Café.
 
Le Bon Bock è un locale molto frequentato dove dovrete prepararvi, come nel nostro caso, ad un po’ d’attesa. Fidatevi, ne varrà la pena!
A disposizione ci sono due sale interne più i tavoli all’esterno. Non proprio il massimo vista la stagione, ma il fatto di trovarli comunque pieni vi dice qualcosa sul gradimento della clientela. Il locale è caldo e accogliente, con un piccolo bancone in fondo, un divanetto alla sinistra dell'ingresso e televisori per la visione delle partite. Per gli appassionati, non è il nostro caso, buona disponibilità di whiskey.
Come vi dicevamo, la specialità qui è la Real Ale. Potrete sempre trovarveq ualche raro esemplare di birra di Sua Maestà, spillata soprattutto secondo la volontà divina con la tradizionale pompa inglese.
Qualche lacrimuccia…sob-sob…quando scopriamo che la Abbot Ale non è nel menu: a Le Bon Bock le birre ruotano spesso! In compenso, abbiamo l’onore di assaggiare la Crop Circle. Ci colpisce subito per la sua schiuma. Compatta, persistente, al palato densa e cremosa. Color giallo paglierino, al gusto speziata e dissatante con un finale amaro.
Non possiamo onestamente pronunciarci sulla cucina, dal momento che non abbiamo accompagnato cibo alla nostra sbevazzata. Attribuiamo quindi un voto politico di media, con l’augurio di tornare presto a gustare qualche…chicca!
Prezzo per un bicchiere da 0,4l 5 euro. Direi che ci può stare. Non dispiace neppure la frequentazione femminile, adeguata.

Ringraziamo e usciamo. Il solito pickup carico di fusti è parcheggiato di fronte il locale.
Lasciatemi, lasciatemi!”, grida il Secco mentre gli blocchiamo gambe e braccia.
Se non lo conoscessimo bene, penseremmo veramente che possa saltare a bordo per scolarsi qualche fustarello da 23 litri. Ma sappiamo quanto possa essere ferma la sua volontà, soprattutto se sorretta da un’adeguata camicia di forza.
 
Pagella
Birra: 2/3,5
Servizio: 3/3
Cucina: 1/1,5
Ambiente: 1,5/2
VOTO FINALE:  7,5
Le Bon Bock Cafè
C.ne Gianicolense, 249 Roma
 

mercoledì 9 novembre 2011

The Blacksmith

Visto che si parla tanto in questi giorni di ricambio generazionale e di gioventù che fatica a trovare spazio, è per noi un vero piacere poter parlare oggi di una piccola realtà birraia di successo, sicuramente fuori dalla regola: il The Blacksmith.
La giovane birreria, partorita e gestita dal nostro altrettanto giovane amico Gabriele, nasce nel quartiere Casal de' Pazzi, alla periferia nord-est della Capitale. Nonostante la posizione defilata ed un po' nascosta del locale, ha saputo in breve tempo ritagliarsi uno spazio importante nel panorama delle birrerie romane.

Il Blacksmith unisce la qualità della birra artigianale ad un ambiente piacevole e accogliente e ad una cucina adatta anche per una cena.
Come dicevamo, la posizione nascosta crea qualche difficoltà nell'individuare il locale a chi non conosca bene la zona, ma, non appena attraversati i portici dei palazzi, si nota subito un certo movimento.
Il Blacksmith si presenta immediatamente bene, con l'orginale trovata di lasciare a vista la camera refrigerata con i fusti delle birre. L'interno si compone poi di due spazi, un'ampia sala adatta a chi vuole mangiare e quella d'ingresso con tavoli alti e più piccoli per chi preferisca dedicarsi prevalentemente allla birra.
Il bancone è dotato di ben otto spine periodicamente ruotate per offire un panorama brassicolo il più possibile vario ed articolato. Ampio spazio alla Birra del Borgo e ad altre birre artigianali italiane come quelle del Birrificio Turan.
L'arredamento è caldo e gradevole, in stile country western, ampio uso di legno. Per gli sportivi ed i tifosi sono predisposti alcuni schermi per la visione delle partite.
Ci sediamo nella sala grande ed ordiniamo la Sfumatura, Imperial Stout del Birrificio Turan, la celeberrima e sempre apprezzata Triplel Karmeliet ed una Karfax, IPA inglese da 7° alc.
Per chi volesse mangiarci qualcosa sopra, non possiamo che consigliare gli arrosticini, la specialità del locale. I prezzi birrai sono nella norma, 5 euro a bicchiere.
Cucina curata, ambiente caldo e accogliente e buona birra. Sono questi semplici elementi che fanno del Blacksmith un locale di successo.

Pagella
Birra: 3,5/3,5
Servizio: 2/3
Cucina: 1/1,5
Ambiente: 1,5/2
VOTO FINALE:  8
The Blacksmith
Via Michelangelo Tilli, 53/A8
Pagina Facebook

domenica 6 novembre 2011

Cotta degli Amici: ultime novità e vecchie grane

Appesa al chiodo
"E il settimo giorno si riposarono"...
"Che ce n'era bisogno!", aggiungiamo noi. Dopo la cotta di ieri siamo tutti un po' distrutti, ma anche più soddisfatti del solito. Abbiamo introdotto delle novità ed alcune si sono rivelate efficaci. Altre un po' meno. Alcuni problemi già noti si sono ripresentati nella solita forma, ma nel complesso il lavoro è stato più veloce, organizzato ed efficace.

Tranquilli, non saremo qui ad ammorbarvi nuovamente con l'elenco per filo e per segno di tutto quello che abbiamo combinato ieri! Anche perchè, se proprio vi interessa, potete ammirare il fotoracconto completo della giornata sulla nostra pagina Facebook.
Molto più semplicemente stileremo una mini-pagella in cui daremo i voti ai protagonisti della nuova cotta di Birra degli Amici!


Macinazione dei grani: VOTO 9
L'idea di inumidire i grani prima della macinazione si è rivelata una vera drittata. Non solo abbiamo dimezzato i tempi (non chiedeteci perchè, forse perchè i chicchi erano più molli o perchè i rulli del mulino riuscivano a fare migliore presa), ma abbiamo ridotto la farina in sospensione nel mosto con ottimi vantaggi in termini di limpidezza.

Elettropompa e scambiatore a piastre: VOTO 8
Ormai una sicurezza. Preziosissimi durante il travaso e raffreddamento del mosto. Da 100° a 23° in 15 minuti. Ottimo anche il forte getto della pompa come meccanismo per ossigenare il mosto. 170 euro in due, ben spesi.

Lavoro di squadra: VOTO 7
Finalmente dei meccanismi rodati. Ognuno sa quando e cosa fare. Meno tempo sprecato, più spazio per il cazzeggio infruttuoso e perfino qualche momento di inattività.

Copertina termica: VOTO 6
Sicuramente di grande aiuto nel dimunire la dispersione di calore, ma continua a prendere fuoco. Chi ormai può confondere l'indimenticabile odore di una cotta degli Amici? Plastica bruciata: da dipendenza!

Acqua di Roma:  VOTO 5
Utilizzare l'acqua del rubinetto ci ha portato indubbi vantaggi economici. Su un totale di 76 litri d'acqua, significa un risparmio di circa 15 euro, ma il processo per diminuirne la durezza è ancora troppo lungo e scomodo. Necessario, per ora, un mix di acqua in bottiglia per il mash e "acqua del Sindaco" per lo sparge.

Termometri: VOTO 4,5 
"Pazzi termometri, amali!", d'accordo, ma trattenere la voglia di dargli una martellata è sempre più difficile. Funzionamento ad intermittenza: tutto ok fino al momento in cui decidono che la temperatura debba schizzare verso il punto di fusione dell'acciaio. Grande paura, ma per un attimo. Fortuna che ne abbiamo tre. Fortuna che, in casi estremi, conserviamo sempre il termometro più affidabile di tutti, quello al mercurio.

Pasta del Secco: VOTO 3
Secco, scherzo, era buona!! :P


Vi lasciamo su queste soavi note. Immaginate che accompagnino il vostro sonno per le prossime 15 notti. Si, avete, ragione: forse è meglio chiudere la porta del bagno! 

Alla prossima, beeeeella!


giovedì 3 novembre 2011

Lo Starter


Lo starter è un procedimento che ci consente di inoculare nel mosto un lievito attivo e sufficientemente numeroso per portare a termine la fermentazione in modo ottimale. Si tratta di “nutrire” il lievito con un mosto molto blando permettendogli di riacquistare vitalità e moltiplicarsi.

Quando e perché abbiamo bisogno di effettuare lo starter? Lo starter si effettua soprattutto quando utilizziamo del lievito liquido. Il quantitativo di cellule presenti all’interno della confezione non è, infatti, quasi mai sufficiente a fermentare efficacemente una cotta. Si effettua un piccolo starter anche in seguito ad un periodo di quiescenza del lievito, come ad esempio la conservazione in frigorifero per qualche settimana di un lievito di riciclo, per fare in modo che il lievito inoculato sia nel pieno delle sue energie.

Come si prepara uno starter? Innanzitutto attivate la bustina di lievito rompendo con le mani la sacca di nutrienti contenuta al suo interno. Basterà tenere la busta nel palmo di una mano e batterla con l’altra come a schiaffeggiarla. Dopo circa 12 ore a temperatura ambiente la busta inizierà a gonfiarsi. Sarà allora che potremo procedere alla fase successiva.

Busta di lievito della Wyeast dopo l'attivazione

Si prepara un mosto approssimativo della densità di 1040 di OG, per esempio con 1 litro di acqua e 100 g di estratto secco di malto. Si fa bollire il tutto per 10 minuti, quindi si fa raffreddare fino a 21° circa. Sanitizziamo ogni strumento che entrerà in contatto con il lievito, a partire dalla bottiglia fino alle forbici che taglieranno la busta del lievito. Inoculiamo quindi il lievito attivato nella bottiglia con il mosto e shekeriamo per 40 secondi/un minuto per ossigenarlo ben. Aggiungiamo tappo e gorgogliatore.

Lasciamo riposare lo starter in un luogo riparato dal sole ad una temperatura costante attorno ai 21-22° e attendiamo che la fermentazione abbia inizio. Nel giro di 24 - 36 ore, se tutto è andato per il verso giusto, lo starter dovrebbe essere pronto per l’inoculazione. Dovrebbe essersi formata della schiuma e un buon deposito sul fondo. Per essere sicuri, controlliamo che la densità del mosto sia calata. Una volta pronto, inoculate immediatamente o conservate in frigo per al massimo una settimana.

Per cotte molto grandi potrebbe essere necessario concatenare più starter (per conoscere il giusto quantitativo di lievito vedi il post sul pitching rate). In questo caso basterà aggiungere dopo le solite 24 ore una nuova quantità di mosto con la stessa densità ed attendere per altre 24 ore.


Lo starter è solitamente sconsigliato quando si utilizza il lievito secco. Molto più economico è comprare più di una bustina. Lo starter, non saremo gli unici a dirvelo, non va confuso con la reidratazione del lievito secco, necessaria unicamente a far riacquistare al lievito la sua forma originale.

Sulla reidratazione del lievito secco non c’è convergenza di vedute fra i birrai. Alcuni sostengono sia sufficiente reidratarlo in un bicchiere di mosto. Il birraio di BQ per esempio affermò di utilizzare questo metodo durante una discussione pubblica all’IBF. Altri, in primis Bertinotti, sostengono invece sia meglio reidratare il lievito secco in un bicchiere di acqua tiepida (28-30°) in cui aggiungere un semplice cucchiaino di zucchere per evitare ai lieviti lo stresso osmotico.

Per ulteriori approfondimenti sullo starter potete consultare il sito della Wyeast, per info sulla reidratazione del lievito secco quello della Fermentis.

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