sabato 25 febbraio 2012

Birrifugio Trastevere

Via Federico Rosazza, 6 - Roma
06/58303189
www.birrifugio.com
Birra TOTALE
Cucina
Locale


Quest'oggi recensiamo il Birrifugio, locale trasteverino che ha da poco aperto una propria "filiale" anche ad Ostia. In realtà si trova fuori dal centro di Trastevere, più verso la stazione e dall'altra parte di Viale Trastevere. Il parcheggio, in ogni caso, non lo troverete uguale.

Il locale è abbastanza ampio ma molto frequentato. Nel fine settimana, dopo le 23.00, si rischia spesso di non trovare posto. L'ambiente è molto caldo, ben arredato, con belle bottiglie di birra artigianali sulle mensole e sottobicchieri a decorare le pareti.

Le linee di birra alla spina sono circa otto, tutte molto ricercate e interessanti. Assaggiamo una Wabi, dal Birrificio Orso Verde di Busto Arsizio e una Caulier Tripel. Peccato per una intrigante Rauch temporaneamente non disponibile. La scelta è comunque ottima. Leggera e beverina la Wabi, con un tono secco e amaro, corposa e rotonda la Tripel con un inaspettato finale luppolato.

Per chi volesse spaziare, ampia offerta di birre artigianali in bottiglia, dall'Italia e dal'estero. Per chi arrivasse affamato, segnaliamo la possibilità di cenare e la disponibilità di una buona offerta culinaria.

Ottima birra, prezzi nella media, personale cortese e ambiente gradevole. Promosso.


martedì 21 febbraio 2012

Concorso "Brassare Romano"


Oggi segnaliamo il Concorso "Brassare Romano" organizzato dal blog Barone Birra e dedicato a tutti gli hombrewer di Roma e non. Quattro session brassicole dedicate a quattro stili differenti. Freestyle, IPA, Stout, e Natalizia. Gli Amici ovviamente ci saranno e confidano nel divino aiuto di Dioniso per un buon piazzamento. L'importante però non è vincere ma partecipare, quindi... partecipate!

Tutte le informazioni sul concorso sono disponibili sul blog di Barone Birra al seguente link.

domenica 19 febbraio 2012

Pentole per All Grain: quale comprare?

Pentole di acciaio Schengler per fare la birra

Per tutti coloro che fossero alla ricerca della pentola giusta per fare la propria birra, oggi effettueremo una breve comparazione delle pentole da hombrewing, utilizzabili sia per il mash che per la bollitura, valutandone caratteristiche e soprattutto prezzo.

Iniziamo da Mr.Malt che ha recentemente (o così ci pare) rinnovato la grafica del proprio sito.
Troviamo tre tipi di pentole in acciaio Inox, da 36, 50 e 63 litri. Doppio fondo, diametro 45 cm. Buone sia per il mashing che per la bollitura. Il prezzo però è bello alto: 126, 174 e 246 euro iva inclusa. Anche la disponibilità è segnalata come limitata.

Passiamo a Canevaribirra. Pentola smaltata con coperchio, da 29 litri a 68 euro iva inclusa. Probabilmente non il massimo per fare la birra. Troppo piccola per essere usata come pentola da bollitura. Come pentola per il mash, invece, difficile da modificare, per esempio se volessimo applicargli un rubinetto sul fondo. Seguono altre pentole in acciaio inox da 36, 50 e 63 litri. I prezzi sono rispettivamente 148, 174 e 230 euro iva inclusa. Disponibilità non segnalata. 

Passiamo ai rivenditori Ebay, anzi, al Rivenditore, dato che a vendere pentole professionali su Ebay è rimasto soltanto Schengler. Troviamo pentole in acciaio inox da 33, 50, 70 e 100 litri. Rimanendo al confronto con le pentole di eguale capacità degli altri rivenditori, i prezzi sono rispettivamente di 31, 40 e 44 euro iva inclusa. E' dalla Schengler che abbiamo acquistato le nostre pentole da 75 e 100 litri.

Per avere un quadro ancora più ampio, abbiamo consultato anche Pentoleonline, un sito specializzato. Offre pentole in acciaio inox da 36, 50 e 70 della Agnelli a prezzi abbastanza alti: 173, 220 e 280 euro. Se si passa all'alluminio, sempre della Agnelli, i prezzi scendono. Capacità da 33, 55, 63 e 88 litri a 83, 114, 131, 152 euro iva inclusa.

Riepiloghiamo:


Piccola (c.ca 33 Lt.)Media (c.ca 50 Lt.)Grande (60+ Lt.)
Mr.Malt121 e.174 e.246 e.
Canevaribirra148 e.174 e.230 e.
Schengler31 e.40 e.44 e.
Pentoleonline173 e.220 e.280 e.

Attenzione: questa non è una pubblicità comparativa!

mercoledì 15 febbraio 2012

Viaggio tra birre e birrerie di Bruxelles

Eccoci di ritorno dal nostro viaggio nella capitale della birra, quello che nell'esperienza di un buon birrario non può mancare. E' stato un fine settimana all'insegna della birra artigianale, trascorso tra birrerie, birrifici e locali. Ecco quindi il resoconto della nostra esperienza, con alcuni consigli sui locali da visitare.

Attorno alla Gran Place, nel centro della città, si concentrano moltissime birrerie, tutte per lo più di livello commerciale. Vi si trovano molti turisti e molte di quelle birre da esportazione che possiamo gustare comodamente anche in Italia: Trappe, Chouffe, Kwak, Chimay, etc. Ci sono poi le classiche nazionali, la Kriek e Faro Lindemans, la Jupiler, la Grimbergen. Arrivati stachi e tardi il venerdì sera, ci accontentiamo del locale più vicino.

Ceniamo al Raphael, un luogo turistico ma raccolto, dove si può accompagnare un buon hamburger con un bel boccale di Grimbergen ad un prezzo onesto. Per il dopocena ci spostiamo al Delirium Cafè, luogo pieno di giovani e di vita, ideale se volete stare in compagnia e sperimentare il moviemento della capitale belga. L'offerta birraia non è male, ma lo stile non è proprio... belga! Ci servono la Val Dieu Gran Cru, che, inutile a dirlo, ha un sapore completamente diverso da quello sperimentato in Italia, in una pinta! Oltre alla Val Dieu, potrete gustare anche Chimay, Trappe e Chouffe.


Per concludere la serata, ci spostiamo infine da Au Brasseur, una piccola birreria per angolfoni. Carina, musica a palla, forse un po' buia. Kriek Lindemans e Kwak la fanno da padroni. Soprattutto la seconda va molto per la quale. Acquistandone tre si ha in omaggio la quarta (chissà, forse era soltanto una scaltra promozione dell'oste per indurci a bere).
 
Il secondo giorno ci muoviamo con un po' più di calma. Innanzitutto, durante la mattina visitiamo la Brasserie Cantillon, l'ultimo birrificio storico di Bruxelles ancora in vita (vedi anche Visita al Birrificio Cantillon). Fortunatamente, sembra in perfetta salute. Assieme alla Brasserie de la Senne è l'unico birrificio "artigianale" della capitale. Per 6 euro si può visitare il birrificio (il tour è assolutamente libero, basta non farsi foto nudi, dice la guida), seguire la spiegazione dei birrai e avere una degustazione di due birre, una lambic ed una gauze eccezionali. Un'esperienza da non perdere!


Quindi ci spostiamo al Moeder Lambic per un aperitivo, birreria che ospita alcune delle produzioni Cantillon. Lo stile ricorda moltissimo quello dell'Open Baladin, traccia di chissà quali intrighi internazionali. Le birre offerte sono molte e super. Troviamo pure qualche italiana. Anche la cucina non è male. Da provare la quiche classique, una sorta di sformato rustico, e il tagliere di salumi e formaggi. 

Ceniamo al Manneken Cafe, locale caldo e accogliente con un caminetto a vista e ampia disponibilità di tavoli. Si mangiano anche piatti locali, stoemp in particolare (una poltiglia di patate e ortaggi misteriosi). Birre alla spina nella norma, discreta offerta di birre in bottiglia.
 
Il Moeder Lambic di Place Fontaines

La sera, su consiglio del vecchio birraio Cantillon, ci rechiamo al Poechnellekelder, birreria dal nome impronunciaaabile proprio di fronte alla statua del Manneken Pis, l'amato bambino zampillante. Abbastanza deludente. Offerta di birre alla spina non eccezionale, grande offerta di birre in bottiglia, ma servizio piuttosto scadente. Si nota una certa scortesia e sufficienza nei confronti dei clienti. Un povero inglese si ritrova il bicchiere pieno di schiuma dopo che il cameriere si è "gentilmente" offerto di versagli la birra a cascata.

Il terzo giorno, come fece nostro Signore (noi sì che ci intendiamo di Bibbia), ci riposiamo. Siamo troppo pieni di birra e, anche se dispiace ammetterlo, ci riesce difficile avvicinarci solo a un boccale. Inoltre, alle tre  del pomeriggio dobbiamo partire alla volta di Charleroi per far ritorno a casa. Portiamo con noi tanti bei ricordi e... una scorta di birra artigianale!


Abbiamo visitato:
Au Brasseur - Rue des Chapeliers 9
Brasserie Cantillon - Rue Gheude 56
Delirium cafè - Impasse de la Fidélité 4
Manneken Cafè - Rue au Beurre 42
Moedel Lambic - Place Fontainas 8
Poechnellekelder - Rue du Chêne 5
Raphael - Rue du Marché aux Herbes 76

Visualizza Birrerie a Bruxelles in una mappa di dimensioni maggiori


domenica 12 febbraio 2012

La prima cotta non si scorda mai - II


Prosegue il magico racconto della nostra prima cotta all grain. Zampe di rana e coda di serpente... Più che di una birra si trattò probabilmente di una pozione magica, di un filtro malefico per ottenebrare le papille gustative. In ogni caso, ce la mettemmo tutta e, grazie a Dio, imparammo dai nostri errori...

Come detto, mescolavamo il mosto con una cucchiara di legno, anzi un forchettone. Cercate di evitare questo tipo di materiale. E' poroso, quindi difficile da lavare e sanitizzare. In quell'occasione, la sanitizzazione era l'ultimo dei nostri problemi. Ci infastidì molto invece scoprire che un pezzo del forchettone si era staccato, andando a finire chissà dove in mezzo alle trebbie. Solo in seguito riuscimmo a recuperarlo.


Nonostante gli inconvenienti, eseguimmo gli step alla perfezione (in realtà era solo uno a 68°) misurando temperatura e tempo con grande scrupolo. Quindi, con una bilancia tarata a 100g pesammo i luppoli. Fra le tante attrezzature che avevamo dovuto comprare non avevamo fatto a tempo a procurarci le sacce da luppolo. Così infilammo tutto in un calzino. Al di là del calzino, scelta chiaramente discutibile, commettemmo un'altro piccolo errore: ci dimenticammo completamente della bollitura.

In realtà non ce ne dimenticammo. Semplicemente non sapevamo della sua esistenza. Il nostro fu il perfetto caso di come non bisogna avvicinarsi all' all grain. Ci limitammo a raccogliere informazioni da internet e non fu sufficiente. Prima di passare alla nuova tecnica, leggere un libro o una guida sull'argomento può essere utile a comprendere le diverse fasi del procedimento. Senza la bollitura il mosto non si sterilizza e l'estrazione di aromi dal luppolo è praticamente nulla. Alcuni birrai sostengono anche che la bollitura migliori la tenuta della schiuma.


Fu così che, terminati gli step, senza neanche effettuare mash-out, passammo a raffreddare il mosto con la nostra serpentina in rame. Solo più avanti comprammo lo scambiatore a piastre e fu un grande acquisto. Quella dannata serpentina era stata abbozzata da Alessietto a mani nude, senza neanche utilizzare un supporto attorno a cui modellarla. Ne era uscito un trabiccolo sbilenco e contorto che usciva dalla pentola per un buon 30% e che tutt'ora giace da qualche parte nel garage di Dildo.

Sorvoliamo sul fatto che raffreddammo il mosto prima di filtrarlo e passiamo a descrivere l'esilarante fase di filtraggio. Come detto, la macinazione deve frantumare il chicco di malto, non triturarlo. L'opposto di ciò che facemmo noi utilizzando il Mulinex. Ci ritrovammo con un mosto carico di farine in sospensione. Come se non bastasse, non avevamo costruito il filtro bazooka. ma acquistato una sacca filtro enologica. Non so se come metodo sia completamente inefficace, di sicuro dopo quella prima esperienza non la utilizzammo mai più.

La sacca ha una maglia molto stretta e il nostro mosto, pieno di trebbie tritate, farine e luppoli non ne voleva sapere di passare da lì. Scendeva talmente lentamente che ad un certo punto, in preda alla disperazione, ci mettemmo a strizzare il filtro, poi a filtrare il mosto con un colino. Il risultato delle nostre fatiche fu ciò che potete ammirare nella foto qui in basso. Non vi viene forse voglia di berne un bel boccale?;)

Amareggiati e sconfitti, infustammo comunque con un barlume di speranza. Dopotutto, la speranza è l'ultima a morire. Infatti morì per ultima, quando assaggiammo la nostra "H-Saccio", immediatamente ribattezzata Limon-Ale o Limonella. Era assolutamente acida. Purtroppo, per fare la birra non basta essere maghi... capito Franky??



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